Oggigiorno non ci vive quasi più nessuno, la maggior parte delle persone abita ai piedi di questi rilievi in villaggi più o meno moderni, ma con minori disagi di un tempo.

Alcuni di questi Ksur sono stati trasformati in alberghi dove i turisti possono soggiornare per pochi dinari (moneta ufficiale).

Ci siamo diretti verso il Grande Erg Orientale (Sahara tunisino), su piste sterrate con sassi, “ondulé”  e spesso anche con sabbia, che ci costringeva a spingere le bici.

Ci siamo accampati un giorno a Ksar Ghilane e ne abbiamo approfittato per rilassarci nelle acque termali che alimentano l’oasi e che sgorgano a 35° circa. Abbiamo anche fatto un giro in dromedario arrivando fino alle rovine dell’antico forte romano che si trova a circa due chilometri da Ksar Ghilane.

Il giorno seguente siamo ripartiti pedalando sulla “pipeline”, una pista che segue un oleodotto che va in direzione sud-nord: a pranzo ci siamo fermati a Bir Soltane, una casa adibita a ristoro per i turisti gestita da una famiglia di tunisini dove abbiamo mangiato dei panini arabi preparati sul momento per noi.

Siamo giunti alla sera a Douz dopo una dura tappa di circa 155 chilometri dei quali 65 su sterrato e tutto il resto controvento. La cittadina vanta il più grande palmeto del paese nonostante si trovi ai limiti del deserto. 

Siamo arrivati durante i giorni dell’Eid, la festa musulmana dove tutte le famiglie si riuniscono per mangiare carne di montone tutti insieme. Lungo le vie dei paesi si vedono moltissime persone armate di grossi coltelli che si apprestano a sgozzare capre ignare della sorte che le attende.

Pista per Ksar Ghilane

La Pipeline per Ksar Ghilane

Pausa pranzo

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Camera a Drouiet

Drouiet

Drouiet