Basti pensare che la Nuova Zelanda è grande quasi come l’Italia (269.062 kmq) ed è abitata da meno di 4 milioni di persone (in Italia siamo 60 milioni). Però ci sono più di 60 milioni di pecore, 15 milioni di mucche e 80 milioni di "possum"(marsupiali arboricoli).

Arrivati dopo nove giorni a Napier, a causa del maltempo abbiamo noleggiato un’auto per visitare l’interno dell’isola del nord con vulcani di oltre 2500 metri intervallati da pascoli dove brucano pecore e mucche.

Siamo poi giunti a Taupo, affacciata sull’omonimo lago, e a Waimangu, con i suoi laghi d’acqua calda e i geiser. Abbiamo proseguito fino alle grotte Waitomo, famose per avere le loro volte illuminate da milioni di fioche “luci” generate da larve di ditteri che così attirano le loro prede. Guardando questi barlumi nel buio totale delle caverne sembra di guardare la via lattea in una serena notte lontano dal chiarore delle città.

Infine abbiamo visitato la Kiwi House di Otorahanga, dove è possibile osservare il kiwi, uccello non volatore simbolo di questa terra. Ha le dimensioni di un grosso pollo ed è ormai in pericolo di estinzione a causa dei mutamenti provocati dall’uomo e dagli animali da esso importati.

Lasciata l’auto a Napier e risaliti in sella alle bici ci siamo diretti a Masterton. Allontanandoci dalla costa e penetrando nell’interno ci siamo ritrovati in vallate mozzafiato. Era la vigilia di Natale e per tre giorni siamo stati catturati dalla pace del posto, dall’ospitalità della gente e dall’incanto della natura.

Giunti a Masterton abbiamo preso il treno per arrivare a Wellington, la capitale, che ci ha accolto con le sue colline e le sue spiagge.

La valle di Waimangu

Comincia a piovere

Taumatawhakatangihang...

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